Inserita in Nera il 31/05/2013
da redazione
Ogni "bel" gioco dura poco Arrestati ladri palermitani
Undici giorni per svaligiare tre filiali. Non è certo quello che si definisce un “lavoretto da poco”, soprattutto se a compierlo sono dei ladri in trasferta. Per loro, Tommaso Tutone (diciotto anni) e Antonio Palazzotto (ventuno), si è trattato più di un “gioco da ragazzi” o forse, data l’età sarebbe meglio parlare di un “gioco di ragazzi”. Pericolosi. Almeno fino a ieri mattina quando le squadre mobili di Trapani e Palermo hanno arrestato i due rapinatori palermitani.
L’accusa, per loro, è quella di aver svaligiato, insieme ad un altro complice, tutt’ora ricercato, le filiali della Monte dei Paschi di Siena di Corso Italia, Via Manzoni e Via Castelvetrano a Trapani ed Erice. La modalità era sempre la stessa: volto scoperto, niente armi. I due, aiutati da uno o più complici, entravano, come mostrano le telecamere di videosorveglianza degli istituti di credito derubati, dalla porta principale e, come qualsiasi rapinatore che si rispetti, si facevano consegnare tutto il denaro presente in cassa dal malcapitato impiegato allo sportello. Poi, approfittando del terrore in sala, si facevano accompagnare all´esterno dei locali da un qualsiasi dipendente della banca e via, si dileguavano con il bottino.
Avrebbero fatto così il 17 maggio scorso quando portarono via circa 8.000 euro dalla Monte dei Paschi di Siena di Corso Italia. Ed ancora il 21 maggio quando, con un terzo soggetto tutt’ora ricercato, erano in Via Manzoni, non armati e non travisati, si facevano consegnare i circa 24.000 euro presenti nelle casse prima di farsi accompagnare fuori dalla filiale. L’ultimo colpo risale allo scorso martedì 28 maggio. La filiale Monte dei Paschi di Siena è quella di Via Castelvetrano: Tommaso ed Antonio sono ripresi dalle telecamere ancora a viso scoperto e mentre s’impossessano di 4.000 € prima di uscire. Il gioco, per loro, era finito. Le indagini, però, sono partite immediatamente dopo la prima rapina e si sono concluse con il loro arresto. Indispensabile la collaborazione tra gli agenti di Trapani e Palermo.
L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi è il risultato di una complessa attività investigativa condotta secondo metodi e modalità tradizionali: esame dei filmati dei sistemi di videoripresa interni ed esterni agli istituti di credito, escussione di testimoni e ricognizioni fotografiche. Infatti, subito dopo la consumazione della prima rapina ed in base ai primi dati forniti dai testimoni oculari che descrivevano gli autori come palermitani, la Squadra Mobile di Trapani trasmetteva ai colleghi di Palermo il filmato estrapolato dal sistema di videosorveglianza della banca e due dei malviventi sono stati subito riconosciuti, poichè già dediti alla commissione di rapine.
La sinergia investigativa tra i due uffici ha permesso così di individuare e smantellare il gruppo palermitano che si stava dedicando alle banche trapanesi. Nel corso dell’opeazione è stato tratto in arresto anche il padre di uno degli indagati: Federico Tutone, pregiudicato di Palermo: il quarantatreenne al momento dell’irruzione dei poliziotti nell’abitazione, ha cercato di disfarsi di un involucro (contenente circa 30 grammi di cocaina e 5 di eroina) lanciandolo dalla finestra dell’appartamento.
Marina Angelo
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