Inserita in Sport il 21/05/2015
da Gabriele Li Mandri
Lazio-Juventus 1-2: la Coppa Italia è bianconera
Non c’erano dubbi: all’Olimpico è stata finale vera, con due squadre al top della forma e rappresentanti la crema del nostro calcio. La Coppa Italia è andata, come da pronostico, ai bianconeri: Max Allegri riesce così a eguagliare la doppietta di Lippi nel 1995 e, in un solo colpo, conquistare la decima Coppa Italia che significa la prima stella d’argento della storia del nostro calcio.
Certo, non è stata una passeggiata, e anche questo si sapeva: la Lazio è forse la vera e unica rivelazione di questo campionato, con un mix di faticatori e di piedi dolci guidati dalla sapiente regia di un allenatore scafato come Pioli. La Juventus, invece, la conosciamo tutti: spietata quando la partita conta, concreta nel buttare dentro la palla, fortunata quando invece tocca agli avversari farlo.
E anche stasera non è andata diversamente: non è bastato il vantaggio flash di Radu al 4 minuto per deprimere le speranze bianconere di bissare il recente successo in campionato. Dopo la risposta di Chiellini, anche lui su calcio piazzato all’11 minuto, la partita s’è trascinata sul filo del perfetto equilibrio fino ai supplementari. Dove, ancora una volta, la Juve ha prevalso affidandosi alla dea bendata.
Il doppio palo di Djordjevic, al rientro dal grave infortunio al ginocchio, ha fatto da preambolo al gol decisivo di Matri, che ha chiuso qualsiasi discorso. Come una mossa decisiva che porta allo scacco matto quando nessuno se l’aspetta. La Juventus vince così la sua “decima”, portandosi a casa due trofei su tre ed entrando di diritto fra le squadre che più han fatto tremare gli avversari negli ultimi 15 anni in Italia.
Starà a lei allungare quest’arco temporale e conquistare rispetto anche più in là dei nostri confini, perché ad attenderla non ci sono gli ombrelloni ma una fondamentale finale di Champions League che, in caso di successo contro il Barcellona, significherà quel triplete che, nel Belpaese, solo l’Inter è riuscita a conquistare.
Gabriele Li Mandri
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