Inserita in Sport il 13/04/2015
da Gabriele Li Mandri
Il punto sulla Serie A: Lazio faccia da poker, Milan faccia da pollo
L’avevamo invocata ad inizio stagione: una pretendente romana in grado di competere con la Juventus e ravvivare un campionato che da anni sembra assegnato a tavolino ai bianconeri, tanta la superiorità in campo. L’avevamo invocata e alla fine pare essere arrivata, anche se in palese ritardo e dal lato inaspettato della Capitale: è la Lazio di Lotito, di Pioli, di Candreva e di tutti quei fenomeni-faticatori che stanno regalando agli spettatori italiani uno squarcio di calcio giocato difficilissimo da vedere in questo periodo dell’anno.
È la Lazio dalla faccia da poker: per nulla considerata ad inizio campionato, con un allenatore modesto e silenzioso, con un presidente bollato come “tirchio” lungo l’intero stivale, ma da oggi seconda in classifica e con il migliore attacco della Serie A. Tutto grazie al 4-0 rifilato ad un Empoli ordinatissimo e non abituato a subire goleade, grazie ai soliti protagonisti: Klose, Anderson, Candreva, Mauri. È un poker calcistico che rappresenta in pieno la qualità e la quantità di una squadra costruita sul sudore dei suoi centrocampisti e sulla vena realizzativa del bomber tedesco, considerato da molti un calciatore bollito.
Come un giocatore esperto al tavolo da gioco, il bluff laziale rischia seriamente di umiliare e di svuotare le tasche di una Roma frenata dall’ennesimo pareggio, derubandola di un secondo posto che sembrava scontato poche settimane fa. Il difficile verrà adesso: mantenere il piazzamento Champions e confermarsi la prossima stagione, quando su quel tavolo il nemico vestirà bianconero. Le prove generali, siamo sicuri, i ragazzi di Pioli proveranno a farle già dalla finale di Coppa Italia.
Ma se da un lato c’è la faccia sorridente della Lazio, dall’altro c’è quella del Milan, così tanto sfacciata da far venir voglia di prenderla a schiaffi. Ricapitoliamo: la stagione è disastrosa, la società è assente, la squadra è in vendita ai cinesi eppure, battendo la Samp, poteva restare acceso quel lumicino della speranza Europa League: una volta che la dea bendata ti ha regalato questa chance, sarebbe un delitto non giocarsela come se fosse una finale.
Non è valso per il Milan, ovviamente. Andato sotto in casa contro un Eto’o spaziale (autore dell’assist per Soriano) dopo la solita partita abulica e dopo una palla persa di tacco dal fenomeno dormiente Menez, è riuscito a sfangare un inutile pareggio con un gollonzo di De Jong, deviato in porta da Duncan. Risultato: sesto posto a -7 e addio ufficiale all’Europa League, con il derby alle porte. Bontà loro, i rossoneri sono il rovescio della medaglia: c’è chi progetta col sale in zucca, come la Lazio, e chi paga gli errori di una proprietà oramai inadeguata. D’altronde, al tavolo da gioco c’è sempre il pollo di turno.
Gabriele Li Mandri
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