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Inserita in Cronaca il 03/01/2015
da REDAZIONE REGIONALE
LEGA DIFESA DEL CANE - Provincia di Bari – Emergenza maltrattamenti e sparizioni di cani randagi. LNDC sporge denuncia contro ignoti
I volontari della LNDC di Conversano (BA) sono in stato di allarme da un paio di mesi. Da tempo accudiscono i cani stanziali nelle zone Castiglione e Montecarretto non lontane dal centro abitato e un giorno si sono accorti che due degli esemplari del gruppo di Castiglione, composto da tre femmine sterilizzate e da sette maschi loro figli, avevano stretto attorno al collo un laccio di nylon. Pochissimo tempo dopo anche uno dei randagi del piccolo branco di Montecarretto è stato ritrovato con lo stesso tipo di laccio. Ma non è finita.
Qualche giorno fa, un cucciolone, appartenente a un nuovo gruppo di cinque cani tutti molto fra i cinque e sei mesi di età che hanno eletto a “dimora” la zona di Castiglione, presentava anche lui un laccio stretto al collo. In contemporanea alcuni degli animali del branco di Castiglione hanno iniziato a sparire misteriosamente e di loro di non si è più trovata più traccia. C’è da notare che verso la fine del mese di ottobre su un popolare social network alcuni cittadini di Conversano avevano manifestato fastidio per la presenza di questi cani, lasciando intendere che avrebbero provveduto a risolvere in prima persona il problema se non ci avesse pensato il Comune a farlo.
Ma c’è un altro enigma. I cani in questione non sono avvicinabili perché sono molto timidi, ragion per cui sembra improbabile che qualcuno gli abbia potuto infilare un laccio al collo. Informandosi i volontari hanno scoperto che è una pratica eseguita dai contadini preparare le trappole costituite da un cappio ad altezza cane e un’esca succulenta che lo induca a infilarci la testa. Il cane che, rimasto intrappolato riesce a mordicchiare il laccio, si libera, altrimenti tirando rimane impiccato.
Marchingegni o no una cosa è certa: molti cani non si vedono più e di quelli ancora presenti ogni tanto ne compare uno con la corda stretta al collo e un pezzo della stessa penzoloni, evidentemente mordicchiata per romperla.
A fronte di questa grave situazione Lega del Cane di Conversano ha scritto un lettera al Dipartimento prevenzione dell’Asl di Bari, ai Comandi della Polizia Municipale e dei Carabinieri e al direttore del servizio ambiente del Comune per mettere a conoscenza dei fatti le autorità. E ha dato incarico all’ufficio legale di LNDC di sporgere denuncia contro ignoti.
Cani segregati in loculi fatiscenti dai quali non uscivano da anni, senza cucce e nemmeno pedane di legno a loro disposizione. Condannati a vivere in mezzo alla sporcizia e a rimanere sdraiati su simil mattonelle di plastica inglobate nel cemento perennemente umido, che ha danneggiato le zampe di quasi tutti loro. Senza mai vedere la luce diretta del sole o un pezzetto di erba. Cani segregati in loculi fatiscenti dai quali non uscivano da anni, senza cucce e nemmeno pedane di legno a loro disposizione. Condannati a vivere in mezzo alla sporcizia e a rimanere sdraiati su simil mattonelle di plastica inglobate nel cemento perennemente umido, che ha danneggiato le zampe di quasi tutti loro. Senza mai vedere la luce diretta del sole o un pezzetto di erba. Box, se tali li si può chiamare, con i gocciolatoi per l’acqua rotti e quindi con all’interno animali costretti a soffrire la sete. Reti arrugginite con spuntoni sporgenti che al solo sfiorarle provocano ferite. Celle minuscole con all’interno ammassati anche cinque o sei esemplari di grossa taglia che, incattiviti dalla mancanza di spazio e dalla prigionia, si aggredivano fra loro. Cani afflitti da leishmania avanzata e da altre malattie, ai quali non veniva praticata nessuna cura. Cuccioli presumibilmente nati lì, femmine non sterilizzate, di cui una anziana, “detenuta” dal 2009, in stato di avanzata gravidanza. In tutto oltre 300 anime in grave sofferenza sia fisica che sia emotiva.
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