Inserita in Cronaca il 27/02/2013
da redazione
Ponte sullo stretto: l’appello dei Prof.
«Il ponte sullo Stretto di Messina non è una storia di sprechi, ma al contrario è una impresa che ha portato all'Italia ed alla comunità scientifica internazionale uno straordinario bagaglio di specifiche conoscenze multidisciplinari che sono state riconosciute e oggi ricercate in tutto il mondo».
È il messaggio dell'appello pubblicato oggi sul Corriere della Sera da parte di un nutrito gruppo di appartenenti alla comunità scientifica nazionale ed internazionale. Sono trentanove i firmatari tra professori, ingeneri e tecnici italiani, danesi, giapponesi, inglesi, canadesi e statunitensi. Tra gli altri l'architetto Daniel Libeskind, che ha progettato l'avveniristico centro direzionale alla base del ponte, il Professor Giulio Ballio già Rettore Politecnico di Milano e autorevole esperto internazionale di costruzioni in acciaio, il professor Fabio Brancaleoni Ordinario di Scienza delle Costruzioni Università «Roma Tre» e primario esperto italiano in ponti sospesi, il Professor Giorgio Diana Direttore della galleria del vento del Politecnico di Milano e uno dei massimi esperti in aerodinamica, il professor Niels J. Gimsing Emerito della Technical University of Denmark riconosciuto tra i massimi progettisti europei di ponti sospesi, il professor Michele Jamiolkowski Emerito di Geotecnica Politecnico di Torino tra i più autorevoli specialisti in campo internazionale di geotecnica, Klaus H. Ostenfeld, Peter Sluszka e Kenneth Serzan massimi esperti di ponti sospesi appartenenti a tre giganti dell'ingegneria mondiale Cowi, Ammann & Whitney e Parsons, Yasutsugu Yamasaki che ha progettato l'attuale ponte sospeso più lungo al mondo, l'Akashi Bridge in Giappone, Roberto Zucchetti del CERTeT-Università Bocconi che coordina l'area Economia dei Trasporti.
Nell'appello spiegano che lo straordinario lavoro svolto da un grande team internazionale, a guida italiana, rischia oggi di essere definitivamente perso, trascinando con sè tutte le importanti ricadute in termini di sviluppo e coesione territoriale italiani. I professori sono concordi nell'affermare che «non spetta alla Scienza e all'Ingegneria stabilire se costruire un ponte o meno, ma compete loro difendere un progetto se infondatamente bistrattato con conseguenze che potrebbero determinare la dissipazione di un grande patrimonio ingegneristico, scientifico e socioeconomico ad oggi consolidato in un progetto definitivo».
L'appello vuole richiamare l'attenzione sulla «realtà dei fatti, per superare posizioni troppo spesso retoriche e non basate su criteri tecnici e scientifici» e ricorda che «i più autorevoli ambienti scientifici internazionali hanno riconosciuto che il progetto del Ponte ha saputo conseguire tutti gli obiettivi prefissati, in termini di sicurezza, efficienza e continuità di servizio, durabilità, e ricadute socio-economiche. Particolare rilievo rivestono gli aspetti relativi a stabilità aerodinamica, percorribilità ferroviaria, risposta sismica, benefici ambientali, riqualificazione di ampie aree urbane fortemente degradate, nè si può mancare di sottolineare lo straordinario contributo in termini occupazionali e di sviluppo dei territori interessati».
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