Inserita in Cultura il 20/03/2018
da Direttore
Spugnose e ricche di ricotta, queste le caratteristiche del prelibatissimo dolce dei papà. Le “sfinci” di San Giuseppe tra arte e poesia
Dolci tipici della festa dedicata al padre putativo di Gesù, giornata nella quale festeggiamo, a buon diritto, la festa dei papà, sono le “sfinci” di San Giuseppe. Si tratta di un dolce fritto tipicamente siciliano.
Pare che il nome si debba fare derivare dal latino spongia, "spugna" considerata la caratteristica forma e delicatezza di questo dolce, che durante la cottura, quasi magicamente, si gonfia assumendo una forma molto irregolare che somiglia, vagamente, a quella di una spugna naturale, con le sue caverne e la sua capacità d’assorbire, questa si, tutte le dolcezze che vi si contengono. Le “sfinci” sono, dunque, usualmente preparati per la festa del papà, anche se, chiunque venga in Sicilia, li può trovare, facilmente, anche durante il periodo di Carnevale e, ormai, in ogni periodo dell’anno.
Una volta fritti (la pasticcera Castrenza Pizzolato ci suggerisce una frittura lunga affinché la pasta abbia il giusto e necessario tempo per gonfiarsi ed ottenere, così, una frittella soffice e alveolata) vengono riempiti, talvolta anche ricoperti, o entrambe le modalità, con una crema a base di ricotta di pecora (freschissima e profumatissima) e gocce di cioccolato e guarniti con ciliegie o, a richiesta, arancia candita.
Questi dolci sono assolutamente speciali e affermare che gli sfinci di san Giuseppe sono buoni, risulta essere troppo riduttivo.
Chi non li ha mai degustati è necessario che lo faccia subito, che approfitti della giornata e della vigilia per inebriarsi di questa delizia.
La Sicilia è un pozzo ricchissimo dal quale attingere ricette e ascoltare le nonne, le mamme, se anziane, risulta essere, in questo come per altro, davvero interessante.
A tutti i Giuseppe e alle Giuseppa (nei molteplici diminutivi o vezzeggiativi), ai papà auguro una buona vigilia e un buon San Giuseppe, in compagnia di queste prelibatissime “sfinci” che io gusterò presso la pasticceria della rinomata Castrenza Pizzolato di Alcamo.
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