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Inserita in Cronaca il 01/10/2016
da REDAZIONE REGIONALE
TRAPANI: ALL’ACCADEMIA BELLE ARTI KANDINSKIJ SPAZIO ALLA BIOARCHITETTURA AL VIA SPERIMENTAZIONE MATERIALI A IMPATTO ZERO CON IL SUPPORTO DI PRIVATI
TRAPANI. L’arte e la creatività al servizio dell’architettura, per “prototipare” materiali a impatto zero sull’ambiente che possano essere impiegati nell’edilizia. È la sfida dell’Accademia di Belle Arti Kandinskij (Abak) di Trapani che, in collaborazione con l’Istituto nazionale di bioarchitettura (Inbar), ha ricavato all’interno della sede di via Cappuccini un laboratorio in cui verranno sperimentate nuove forme di edilizia sostenibile. “Ci sono tanti materiali naturali – spiega Salvatore Cusumano, vicedirettore Abak – che possono aumentare le performance delle costruzioni nel rispetto dell’ambiente”. Pannelli isolanti con lana di pecora e paglia, intonaci in terra cruda e paglia, coloranti ottenuti da pigmenti naturali: sono alcune delle soluzioni “bio”, a chilometro zero e costi limitati, che stanno prendendo piede al posto di materiali artificiali e per giunta pure nocivi. “L’Accademia – prosegue Cusumano – può dare un grande contributo per trasmettere alle nostre comunità la cultura della sostenibilità, del recupero e del riuso degli scarti. In particolare, puntiamo sull’estro di giovani artisti, con passione e cuore, perché siamo convinti che da loro possa partire il cambiamento”. L’Abak ha anche aperto le porte alle aziende per fare in modo che gli studenti abbiano un supporto concreto e si possano confrontare con il mondo del lavoro. Una scelta che s’inserisce nel solco di un’offerta formativa in cui lo studio delle discipline artistiche è stato affiancato all’artigianato di qualità, con l’attivazione di laboratori di oreficeria, corallo, marmo e ceramica. “Vogliamo creare un forte legame tra il mondo accademico e il territorio – conclude il vicedirettore dell’Abak – per dare vita a iniziative che sappiano integrare la didattica e sviluppare un’imprenditoria sana. In Sicilia c’è una realtà fatta di eccellenze che devono essere aiutate ad emergere. Uomini e donne che hanno costituito aziende pro-benefit, in cui i profitti sono usati per creare condizioni positive sia per l’ambiente sia in ambito sociale. Ai nostri studenti vogliamo indicare questa strada, affinché si diffonda un’utopia concreta sintetizzata nel concetto di resilienza”.
Trapani, 1 ottobre 2016
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