Inserita in Cultura il 03/06/2016
da REDAZIONE REGIONALE
DOMENICA 5 GIUGNO 2016 AREA ARCHEOLOGICA C.DA STRETTO PARTANNA - VISITA GUIDATA GRATUITA ORE 9.00
CASTELLO GRIFEO PARTANNA Museo Regionale di Preistoria del Belice Centro di interpretazione e valorizzazione territoriale
Castello Grifeo, edificio il cui primo impianto risale presumibilmente al XIV secolo, anche se la sua esistenza è documentata al 1453, si presenta con il solenne aspetto di antica fortezza merlata. Oggi Castello Grifeo, è sede del Museo Regionale di preistoria del Belice. I reperti archeologici esposti, sono provenienti in larga parte, dall’area di Contrada Stretto a seguito delle campagne di scavo, condotte da Sebastiano Tusa a partire dagli anni ´80, e da alcune necropoli del territorio belicino, con tombe a grotticella e a camera, datate media e tarda età del Bronzo. Particolarmente interessanti appaiono le diverse tipologie di ceramica preistorica, i vasi dello stile Naro–Partanna e del Bicchiere Campaniforme, il grande vaso rinvenuto a Capo d’Acqua, selci, ceramiche decorate, tazze, attingiti e resti di faune risalenti al Pleistocene superiore, quali elefanti, ippopotami e cervi.
Un particolare riguardo merita il “Cranio trapanato”, risalente all´Età del Bronzo antico, rivenuto nel deposito funerario di una grotticella di contrada Stretto, e al momento in prestito temporaneo da parte del Museo Archeologico Regionale Salinas di Palermo. Si tratta di un cranio con un ampio foro occipitale praticato mentre il soggetto era in vita. Il soggetto sopravvisse a questa “operazione” molto frequente nell’ambito della civiltà del Bicchiere Campaniforme. Una primordiale pratica magico-chirurgica probabilmente praticata per curare malattie mentali. .
Nel percorso di visita, anche la “Sala delle Armi” o “Sala del Trono” a pianta rettangolare con volta reale e un affresco del XVIII sec. che raffigura il re Ruggero II che sconfigge nei pressi di Mazara l´arabo Mokarta durante la liberazione della Sicilia dagli Arabi da parte dei Normanni. Al suo interno è allestita una piccola ma pregevole pinacoteca composta da opere provenienti da alcune chiese distrutte in seguito al sisma del 1968 che colpì l’intera valle del Belìce. Fra le opere spicca per la sua bellezza, il polittico della Madonna del Rosario tra santi domenicani, datato 1585 a firma del pittore fiammingo Simon de Wobreck.
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