Inserita in Salute il 16/07/2013
da redazione
Sanità: ticket e farmaci sempre più costosi
Liste di attesa, ticket e accesso alle prestazioni sempre più difficile. È questa l´immagine del nostro Servizio sanitario nazionale così come emerge dal XVI Rapporto Pit Salute del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, presentato oggi a Roma al Ministero della Salute.
“Meno sanità per tutti, la riforma strisciante” è il titolo del Rapporto che, dopo anni in cui gli errori medici rappresentavano il problema più sentito dalle persone, quest´anno vede appunto come prima voce quella dell´accesso alle prestazioni sanitarie (18,4% del totale delle 27.491 segnalazioni del 2012). Circa il 12% delle segnalazioni giunte al Pit Salute, nel corso del 2012, riguarda i costi a carico dei cittadini per accedere ad alcune prestazioni sanitarie.
«La situazione economica - spiega Cittadinanzattiva - ha assunto nel nostro Paese una gravità particolare a causa della mancata individuazione di misure di rilancio e di spinte all´innovazione e alla crescita. Se ieri il cittadino si rassegnava alla necessità di pagare per sopperire a un servizio carente, sospeso o intempestivo, oggi vi rinuncia».
L´accesso ai farmaci appare l´ambito maggiormente gravoso in termini economici ed è stato segnalato dai cittadini nel 25,7% dei casi. Per quanto riguarda i farmaci in fascia A i cittadini sono costretti a pagare una differenza di prezzo maggiore tra il generico e il griffato. I pazienti, in particolare quelli affetti da patologia cronica e rara, devono pagare di tasca propria farmaci in fascia C, arrivando a spendere in media all´anno 1.127 euro, o parafarmaci (1.297 euro), nonostante siano per loro indispensabili e insostituibili, e ne debbano fare uso per tutta la vita.
I costi per le prestazioni in intramoenia (24,4%) appaiono allo stesso modo eccessivi per i cittadini, costretti tuttavia a sostenerli per poter rispondere tempestivamente ai bisogni di cura che il servizio pubblico non è in grado di soddisfare.
Il peso dei ticket sulla diagnostica e la specialistica (16,3%) è il terzo elemento segnalato dai cittadini come eccessivamente gravoso dal punto di vista economico, tanto da diventare «un vero e proprio ostacolo alle cure». Dalla fotografia scattata dal Censis in occasione del Welfare Day, infatti, oltre 9 milioni di italiani hanno denunciato che non possono accedere ad alcune prestazioni sanitarie di cui avevano bisogno per mancanza di soldi. Di questi più di 2 milioni sono anziani, 5 milioni vivono in coppia con figli e 4 milioni risiedono nel Sud del Paese.
Inoltre uno studio di Agenas mostra la diminuzione dell´8,5% delle prestazioni erogate a carico del Ssn: la diminuzione è distribuita su tutte le aree, ma più marcata per gli esami di laboratorio. Se poi in una famiglia è presente un invalido o un anziano c´è davvero di che preoccuparsi: strutture residenziali dai costi esorbitanti (7,6%), per le quali i cittadini arrivano a pagare in media all´anno 13.946 euro. Gli assegni di cura eliminati o inesistenti e l´insufficiente assistenza domiciliare costringono le famiglie a rivolgersi a badanti privati, determinando un aggravio di costi notevole che arriva in media a circa 8.488 euro annui.
Per quanto riguarda l´assistenza protesica e integrativa (6,9%), i cittadini sono costretti a pagare in media fino a 944 euro annui per avere prodotti «di qualità o in quantità accettabili». «La fotografia che emerge evidenzia che il Servizio sanitario nazionale pubblico, universale, equo e solidale oggi purtroppo è una vera chimera», ha commentato Tonino Aceti, coordinatore del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva e responsabile del Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici.
«A chi dice che bisogna ripensare il concetto di universalismo (garantire tutto a tutti), rispondiamo che ciò è già stato realizzato nei fatti attraverso una riforma »non formalizzata«, sulla quale nè i cittadini, nè gli operatori sanitari e tutti gli altri attori sono stati chiamati a dire la loro: praticamente una vera e propria riforma strisciante», ha aggiunto Aceti. Per quanto riguarda le segnalazioni nel campo dell´assistenza territoriale, il confronto fra le ultime annate permette di notare un sostanziale equilibrio fra i valori, con differenze che non superano i due punti percentuali, tranne nel caso della riabilitazione, che passa dal 16,9% del 2011 al 13,6% del 2012, o con voci che mantengono la medesima incidenza di segnalazioni (come l´assistenza residenziale, con il 18,3% sia nel 2011 che nell´anno successivo).
Dunque, migliorano i servizi di assistenza primaria di base, 25,9% nel 2011 e 23,4% nel 2012, mentre mantengono un trend al ribasso i servizi per la salute mentale (15,5% nel 2011, in aumento fino al 17% nel 2012 a conferma delle difficoltà di organizzazione in questo ambito). Dal Rapporto Pit Salute emerge inoltre che ottenere i servizi di assistenza domiciliare è sempre più problematico: 16,4% delle segnalazioni nel 2012 contro il 14,3% nel 2011), così come l´assistenza protesica ed integrativa, che ottiene un aumento delle segnalazioni dal 9,1% del 2011 all´11,3% del 2012. Nelle segnalazioni si riscontra un prevalere di atteggiamenti sgarbati verso i pazienti (oltre un terzo delle segnalazioni: nel 2012 il valore è del 31,5%, in calo rispetto al dato 2011, 36,6%).
Seguono incuria (30,2% del totale, nel 2012; in aumento rispetto all´anno precedente, con 25,9%) e maltrattamenti veri e propri (14,8% nel 2012, 13,4% nel 2011). Nell´11,3% dei casi, inoltre, è difficile ricevere dal personale sanitario informazioni sul proprio stato di salute (il dato era pari al 9,8% nel 2011), o si registrano episodi di violazione delle norme sul diritto alla privacy (5% è il dato per il 2012, 6,3% nel 2011). Queste alcune delle proposte del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva per migliorare il servizio e l´accesso alle cure: «Stop ad ulteriori tagli al Fondo sanitario; aggiornamento dei Lea; consultabilità per tutti i cittadini dei tempi di attesa reali; coinvolgimento delle organizzazioni dei cittadini e dei pazienti nell´iter di approvazione del nuovo Patto per la Salute che traccerà la sanità per i prossimi anni e nell´eventuale iter di riforma del sistema dei ticket».
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