Inserita in Nera il 25/01/2013
da redazione
La terra brucia sotto i piedi di Matteo Messina Denaro.
La terra continua a bruciare sotto i piedi di Matteo Messina Denaro. La Direzione Investigativa Antimafia di Trapani, infatti, ha sequestrato, ai sensi della legislazione antimafia, beni del valore di alcune centinaia di migliaia di euro, riconducibili al boss superlatitante. I beni sarebbero intestati alla sorella Anna Patrizia Messina Denaro ed a suo marito, detenuto per mafia, Panicola Vincenzo.
Il Tribunale di Trapani ha emesso il decreto di sequestro in accoglimento della proposta avanzata dal Procuratore della Repubblica di Palermo, a firma del Procuratore Aggiunto Dr Vittorio Teresi e del Sost. Proc. Dr Paolo Guido. Panicola Vincenzo, imprenditore di Castelvetrano (TP) e figlio del defunto patriarca mafioso Vito, operava nei settori della manutenzione di impianti di produzione, installazione, distribuzione e utilizzo dell’energia elettrica; delle costruzioni edili e stradali; dei lavori di pulizia in genere.
Con la società VIEFFEGI SERVICE SrL, oggi sequestrata il Panicola prestava la sua attività di pulizia all’interno del Centro Commerciale “Belicittà” di Castelvetrano (TP), appartenente al gruppo imprenditoriale della holding “Gruppo 6GDO SrL” del noto imprenditore di Castelvetrano (TP) Grigoli Giuseppe conosciuto alla cronaca nera per aver messo a disposizione della mafia i supermercati Despar. A Grigoli, già condannato in primo e secondo grado per concorso in associazione mafiosa, ritenuto prestanome del boss Matteo Messina Denaro, nell’ambito dell’operazione “MIDA”, su proposta del Direttore della D.I.A., sono stati sequestrati beni per un valore di oltre 700 milioni di euro.
Panicola Vincenzo, è detenuto perché ritenuto responsabile, unitamente ad altri, tra cui il cognato latitante Matteo Messina Denaro, Filippo Guttadauro, Leonardo Bonafede e Franco Luppino, di associazione per delinquere di tipo mafioso e segnatamente quali componenti il mandamento mafioso di Castelvetrano: per avere curato e gestito la latitanza dei membri del mandamento, in particolare di Matteo Messina Denaro, attraverso il continuo scambio di messaggi, prestandosi a recapitare e ricevere “pizzini” o analoghe “comunicazioni verbali”, svolgendo, in tal modo, funzioni logistiche per l’organizzazione, consentendo al latitante l’esercizio delle sue funzioni “apicali” nell’organizzazione mafiosa.
Ed anche per avere posto in essere condotte dirette al controllo delle attività economiche, degli appalti e dei servizi pubblici, nonché al controllo del territorio di pertinenza della consorteria mafiosa, anche attraverso la programmazioni di estorsioni, di incendi, di approvvigionamento di fondi e di reinvestimento di capitali. L’odierno sequestro, si inserisce nella più ampia strategia di indebolimento della potenza economica del capomafia latitante Matteo Messina Denaro (segue, infatti, gli ultimi sequestri operati dalla DIA nei confronti di alcuni organici del mandamento di Castelvetrano – Ippolito Leonardo, Como Gaspare, Messina Denaro Bice Maria), ha compreso le aziende e i capitali sociali di alcune ditte, operanti nel territorio di Castelvetrano, Vieffegi Service SrL, Vieffegi Impianti SrL, SO.RO.PA. Costruzioni ArL, nonché il compendio aziendale della ditta individuale Messina Denaro Anna Patrizia, esercente l’attività di colture olivicole, un fabbricato, autovetture, rapporti bancari ed altro.
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