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Inserita in Cultura il 04/12/2015
da Giusy Modica
LE GUERRIERE PESHMERGA
Il termine “peshmerga” letteralmente significa: “combattente che è pronto a fronteggiare la morte”. Questo nasce come un titolo di riconoscimento per gli uomini e le donne che hanno combattuto per uno Stato curdo libero tra Iran, Iraq, Siria, Turchia dopo la Prima Guerra Mondiale; in tempi più recenti il termine viene associato ai gruppi militari curdi, di cui le donne sono sempre più parte integrante. Per la popolazione curda, i peshmerga non sono solo dei militari che combattono, ma rappresentano anche gli angeli che proteggono i loro confini e le loro libertà. Il reggimento femminile dei peshmerga è uno dei punti di forza della difesa del Kurdistan iracheno dal 1996, quando venne creato con appena 11 reclute dall´Unione patriottica del Kurdistan di Jalal Talabani, per sottolineare la volontà di integrare le donne nel nascituro Stato. Le donne del Kurdistan si percepiscono come le garanti di una società libera, e la loro dunque non è solo una lotta militare contro l´Isis, ma anche una vera e propria presa di posizione politica contro l’ordine sociale e la mentalità patriarcale. Del resto non ci sono dubbi sul tipo di regime che costoro vorrebbero instaurare in tutta l’area: una sorta di nazismo in chiave islamica, secondo il quale agli “eletti” sarebbero riservati tutti i beni, mentre gli altri dovrebbero essere costretti ad una condizione di schiavitù. Abbiamo un’immagine un po’ stereotipata della donna di quelle latitudini, ovvero una donna rigorosamente sottomessa e velata, pertanto una politica che le equipari agli uomini ci sembra un retaggio esclusivamente occidentale. Invece, le donne curde, sono considerate uguali agli uomini sia nella sfera privata che politica, lavorativa, sociale, da quando il PKK, il movimento curdo di liberazione, è emerso negli anni 70, rifacendosi ad una ideologia marxista che non lasciava spazio a differenze di genere. Più volte il loro leader, Ocalan, ha espresso chiaramente l’importanza della parità dei sessi e della lotta delle donne, per loro stesse e per i diritti del loro popolo. L’esercito di donne Peshmerga sta avanzando rapidamente in Siria, riprendendosi le città che prima erano state conquistate dalle milizie fedeli ad Al Baghdadi. Hanno già liberato 390 villaggi nel nord della Siria, raggiungendo la città di Til Hemis, polo strategico che ormai è sotto il loro controllo. Ragazze giovanissime, tra i 18 e i 25 anni, con divise spesso improvvisate, scarpe da ginnastica al posto degli anfibi, sono pronte a combattere, tenendo il morale sempre alto. Il loro sesso, inoltre, pare essere un vantaggio dal punto di vista psicologico: è interessante notare come i miliziani dell´Iisis, sempre pronti a trucidare le donne indifese che trovano lungo il loro cammino, sono riluttanti quando si tratta di combattere contro delle donne. Secondo alcune credenze jihadiste, infatti, essere uccisi in battaglia da una donna impedisce di accedere al paradiso. La guerra, per queste donne, significa un’ulteriore affermazione di indipendenza. Forti, capaci, precise e coraggiose, le soldatesse curde non solo lottano per la libertà dal fanatismo dell´Isis, ma anche per la loro emancipazione, dimostrando al mondo intero una forza d’animo senza eguali. Se ci sarà una vittoria contro l´Isis, avverrà anche e soprattutto per mano delle donne curde.
Fonte immagine: aciclico.com
Palermo 04 Dicembre 2015
Giusy Modica Consulente per la salute con lo sport presso l’Associazione Anas zonale Oreto. Per informazioni e appuntamenti chiamare al numero 091-336558 dalle ore 9:00 alle ore 13:00.
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