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Inserita in Cronaca il 29/10/2015
da REDAZIONE REGIONALE
SONO ORE DECISIVE PER IL FUTURO DEL PORTO DI TRAPANI
Nei giorni scorsi, coerentemente alla funzione ed allo scopo che come Associazione di civica democrazia ci siamo dati, siamo usciti pubblicamente manifestando dei seri dubbi sull’operato dei politici trapanesi con riferimento alle sorti del porto ed anche dell’aeroporto di Trapani. I fatti ci hanno dato ragione in quanto gli interventi di alcuni politici e soprattutto del Presidente di Confindustria Trapani Dott. Gregory Bongiorno, hanno confermato che le ns. preoccupazioni sull’insano accorpamento del porto di Trapani da parte del “vorace” porto di Palermo erano giuste. Registriamo poi in queste ultime ore un ‘intervento quasi “ex cattedra” da parte della senatrice Orrù che intenderebbe tranquillizzare la comunità trapanese sulle sorti del porto di Trapani. E ringraziamo in ogni caso la senatrice Orrù, la quale ad oggi è l´unica che ha sentito il dovere di risponderci. L’intervento, volendo citare una commedia di Shakespeare “Molto rumore per nulla” nella sostanza ci dice che a parte tutte le strategie politiche sulla logistica nazionale ed internazionale, niente è previsto accadere “a breve” nel porto di Trapani. Riteniamo che le cose non siano così e quindi torniamo sull’argomento con maggiore forza e maggiore determinazione di prima. È giusto, tra l’altro, ribadire che questo argomento ci interessa molto e quindi ci andiamo documentando con molta attenzione. Ebbene non è vero che le decisioni sono lontane da venire semmai è vero il contrario. Già all’inaugurazione del Salone nautico di Genova dello scorso 30 settembre il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio era stato chiaro: «Per la riforma dei porti abbiamo già preparato il decreto legislativo, stiamo definendo gli ultimi dettagli per la riforma della governance. Andiamo bene, il decreto è pronto». Secondo le indiscrezioni trapelate, nel decreto ormai pronto sono stabiliti gli accorpamenti – partendo da Ovest – tra Genova e Savona (sede a Genova), Livorno e Piombino (sede a Livorno), Napoli e Salerno (sede a Napoli), Cagliari e Olbia (sede a Cagliari), Palermo e Trapani (sede a Palermo), Augusta, Messina e Catania (sede Augusta). A queste 6 Autorità portuali si aggiungono altre 6 per le quali non è previsto nessun accorpamento, vale a dire Civitavecchia (unico porto non core, ma in pratica porto di Roma), Gioia Tauro, Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste. Dopo un incontro con i parlamentari del Partito democratico, resterebbero quindi separati i porti di Ancona e Ravenna, in una ipotesi precedente accorpati. Sembra ancora in dubbio il futuro di La Spezia e Carrara. Questa vicenda, però, è ancora aperta, perché le istituzioni di Carrara — con il governatore toscano Enrico Rossi in testa — vogliono restare in Toscana e non passare sotto la giurisdizione ligure. Il dibattito che in questi giorni percorre l’Italia, non sembra ancora sfiorare la città di Trapani, il cui futuro nonostante le rassicurazioni del senatore ORRU, sembra ancora legato alla città Palermitana. Permane infatti l’equivoco di trattare il porto di Trapani come ancora sede di Autorità Portuale soltanto per poterlo accorpare con Palermo, nonostante, com’è noto, l’Autorità Portuale di Trapani sia ormai solo un lontano ricordo perchè definitivamente soppressa già nel 2009. Il senatore ORRU, sull’esempio dei colleghi del pd di Ravenna e Ancona, dovrebbe chiarire fuori da ogni dubbio se intende farsi portavoce presso il governo nazionale per evitare l’accorpamento con Palermo. È stato già detto infatti come il Piano della Portualità e della Logistica, preveda il riassetto e l’accorpamento delle Autorità Portuali esistenti, e che pertanto lo stesso piano non prevede il coinvolgimento di Trapani nella logica degli accorpamenti delle Autorità Portuali. Per lo stesso motivo Trapani non dovrebbe essere coinvolta nel decreto governativo del Ministro Delrio, per ora in bozza, afferente la riorganizzazione delle Autorità portuali. Lo status di Trapani, porto nazionale, senza Autorità Portuale, al pari di altri porti nazionali, (come ad esempio Porto Empedocle, sul suolo siciliano o Castellamare di Stabia o Pescara) potrà essere definito in seguito senza l’urgenza imposta in questi giorni dalla necessità di riassetto delle Autorità Portuali esistenti.
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