Inserita in Nera il 08/05/2013
da redazione
Azzerati i vertici mafiosi di Bagheria, tra gli indagati anche candidato della Lega
La “punciuta” in Cosa nostra, vista più volte anche nei film di mafia, esiste ancora. È uno dei retroscena emersi dall´operazione antimafia che all´alba di oggi ha azzerato i vertici della mafia bagherese. Il tradizionale rito del Gotha mafioso che prevede per i nuovi adepti la puntura del dito indice della mano che l´iniziato utilizza per sparare con una spina d´arancio amaro o, a seconda del clan mafioso, con una spilla d´oro è ancora attuale.
Il sangue fuoriuscito viene usato per imbrattare un´immaginetta sacra a cui in seguito viene dato fuoco mentre il nuovo affiliato la tiene tra le mani e pronuncia una sorta di giuramento solenne. È quanto hanno dimostrato le indagini condotte dai Carabinieri del Comando provinciale dei Carabinieri di Palermo e dal Ros. Non solo.
Dall´inchiesta emerge anche che è ancora attuale la presentazione dei nuovi affiliati ai mafiosi più anziani. Nel corso di una intercettazione ambientale un picciotto di grosso calibro impartisce lezioni a un uomo d´onore più giovane e gli spiega come vanno trattati coloro che non seguono i comandi.
Li paragona a cavalli da trotto: «quando vedi che nella salita fanno le bizze... piglia e colpisci con il frustino.... sulle gambe... che loro il trotto non lo interrompono... purtroppo i cavalli giovani così sono».
La vasta operazione antimafia condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Palermo e del Ros hanno eseguito una ventina di provvedimenti cautelari nei confronti di persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, rapine, detenzione illecita di armi da fuoco, scambio elettorale politico mafioso e traffico internazionale di stupefacenti.
L´indagine è coordinata dal Procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai pm Francesca Mazzocco e Caterina Malagoli. I magistrati sono riusciti a disarticolare il mandamento mafioso di Bagheria.
In carcere i capi storici della cosca ma anche il reggente e il cassiere del mandamento e i capi delle famiglie mafiose di Villabate, Ficarazzi e Altavilla Milicia.
Dall´inchiesta, che è stata condotta con la collaborazione della Royal Canadian Mounted Police, è emersa l´esistenza di un accordo tra Cosa nostra di Bagheria e la famiglia mafiosa italo-canadese dei Rizzuto.
E tra gli indagati c´è anche un candidato della Lega Nord alle ultime elezioni politiche. Si tratta del sindaco di Alimena, piccolo centro del palermitano, Giuseppe Scrivano, al quale è stata notificata poco fa un avviso di garanzia per voto di scambio.
Dall´indagine, coordinata dalla Dda di Palermo, è emerso che alle ultime elezioni regionali, dell´ottobre scorso, Scrivano, che era candidato con la Lista Musumeci, avrebbe contattato persone ritenute vicine a Cosa nostra per avere voti.
Il tutto, secondo gli inquirenti, in cambio di denaro. Le indagini confermano così la capacità di Cosa Nostra di condizionare le dinamiche politico-elettorali locali.
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