Inserita in Politica il 16/03/2015
da REDAZIONE REGIONALE
BANCA D´ITALIA - ´NO AL RITIRO DAL TERRITORIO´ Il 16 marzo i dipendenti della Banca d’Italia incroceranno le braccia.
Il 16 marzo i dipendenti della Banca d’Italia incroceranno le braccia. Lo sciopero è stato dichiarato per le Filiali di Agrigento, Ascoli Piceno, Avellino, Caserta, Caltanissetta, Como, Cosenza, Cuneo, Grosseto, La Spezia, Latina, Lecce, Livorno, Messina, Novara, Pesaro, Pescara, Pisa, Ragusa, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Sassari, Siena, Sondrio, Taranto, Trapani, Treviso, Udine, Varese, Vicenza, Viterbo. Si tratta di una prima iniziativa, hanno dichiarato i Segretari Nazionali di Falbi-Confsal, Fisac-Cgil, Fiba-Cisl e Uilca, a cui faranno seguito ulteriori scioperi e manifestazioni, incontri con le Autorità locali, con le Associazioni che tutelano i consumatori e i cittadini, con gli operatori pubblici e privati. Il Vertice dell’Istituto deve rinunciare al pericoloso progetto di smantellamento delle Filiali da cui discenderebbero gravi e irrimediabili ripercussioni sui servizi resi gratuitamente ai cittadini e si evidenzierebbe una perdita di ruolo e di credibilità per tutta l’Istituzione. Alle 33 Filiali chiuse nel 2007, se ne aggiungerebbero altre 22. Anziché individuare un’organizzazione capace di esercitare con maggiore efficacia le funzioni istituzionali, il Vertice dell’Istituto sfugge alle proprie responsabilità e preferisce darsi alla fuga. E ciò quando, invece, la domanda che viene dai cittadini e dalle imprese è di ben altro segno e spessore. Ancora più grave è l’arretramento della Banca d’Italia riferito alla gestione del contante che è un’attività strategica per il Paese; se passasse il progetto del Vertice assisteremmo a uno scadimento dell’efficacia e della sicurezza del servizio reso. Un abbandono del territorio danneggerebbe anche i controlli sugli operatori del contante che, sempre più, sono sconvolti da scandali di proporzioni crescenti. Il progetto della Banca appare esclusivamente “politico”, non vorremmo che l’avvicinarsi della prima scadenza del mandato del Governatore sia l’unica motivazione a sostegno del “ritiro” dal territorio. Siamo certi che se il progetto della Banca dovesse realizzarsi, sarebbe vissuto anche come un’inammissibile cancellazione di un presidio contro l’illegalità e la criminalità. Il Governatore Visco rifletta sui danni che arrecherebbe al Paese, ai cittadini, alle imprese e ai dipendenti della Banca d’Italia. Sarebbe un errore grave cui potrebbero seguire solo le sue dimissioni e quelle di tutti i componenti il Direttorio. Roma, 12 marzo 2015 Le Segreterie Nazionali UILCA UIL–
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